La pirateria entra in SL: il Copybot

Il meccanismo che differenzia profondamente il metamondo di Second Life dagli altri Massively Multiplayer Online Game (MMOG), in cui ogni oggetto è di proprietà dello sviluppatore, è il fatto che ai suoi abitanti è riconosciuto il diritto di rivendicare il copyright sulle proprie creazioni, di venderle o di opporsi alla vendita o alla copia.
Il CopyBot è un tool sviluppato da Libsecondlife, un gruppo open source che collabora con Linden Lab, gestore di Second Life, per scovare bug nel sistema del metamondo, bug che potrebbero essere sfruttati con intenti malevoli.

CopyBot si è sviluppato da una biblioteca di fonte aperta che è stata sviluppata dagli sviluppatori di terzi di OSS ma non ufficialmente è firmato e sostenuto da Linden Labs. Una volta che CopyBot è caduto nelle mani degli utilizzatori finali per gli scopi di pirateria di SL, gli sviluppatori del libsecondlife hanno rimosso il codice sorgente di CopyBot dai loro assistenti su richiesta dei laboratori di Linden. Ma naturalmente, una volta che qualcosa di simile è stato liberato, è essenzialmente impossible da contenerlo. In effetti la pressa che circonda lo scandalo amplifica soltanto la popolarità dell'attrezzo fra la gente che è più probabile abusarla.

In realtà CopyBot era nato come tool per consentire il backup, prima di essere modificato da un utente ed essere rivenduto come macchina per clonare. CopyBot è perciò visto come una seria minaccia al fiorire delle attività, dato che consente a chiunque, e non solo ad esperti programmatori, di replicare oggetti e rivenderli. Se tale strumento si diffondesse non sarabbe più tutelata la proprietà intellettuale delle creazioni fatte da ciascun avatar, qualsiasi utente sarebbe perciò in grado di copiare quanto fatto da un altro, mettendo in difficoltà la stessa economia nata in SL.

Per risolvere il problema la Linden propone un sistema che identifichi l'"inventore" degli oggetti di pixel con la creazione di un sistema di reputazione, di una pressione fra pari che individui e discerna chi approfitta dei contenuti da chi ne fa un uso lecito.
Linden Lab pensa inoltre di introdurre un sistema di licenze Creative Commons, che attribuiscano al creatore il merito dell'invenzione e gli consentano di delineare i possibili usi dell'oggetto a favore di altri utenti.

http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1764602
http://reality.org/2006/11/16/second-lifes-virtual-economy-in-peril/

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